Cronache dalla zona rossa, giorno 23: 30/03/2020
Finalmente, era un annuncio che aspettavamo quello fatto del premier Conte nella conferenza stampa di sabato sera: iniziative a sostegno dei comuni e di chi è in difficoltà.
Subito 4,3 miliardi, in realtà anticipati rispetto a stanziamenti già previsti, ai Comuni per aiutare le famiglie con un nuovo Dpcm tramite il fondo di solidarietà e 400 milioni tramite un’ordinanza della Protezione Civile per aiutare le persone in difficoltà, in particolare con la formula dei buoni spesa e distribuzione di generi alimentari. “Non vogliamo tassare la solidarietà”, dice per annunciare un lavoro tecnico per rendere le donazioni più facili, e invita la grande distribuzione ad applicare sconti del 5 se non 10% a chi usa i buoni spesa.
Diciamolo subito, una cifra assolutamente insufficiente per dare risposta alla grave situazione in cui ci troviamo, comunque una boccata di ossigeno, per le persone e famiglie in difficoltà, ma anche per Comuni e per la rete delle associazioni impegnati a far fronte ad una richiesta di aiuto in vertiginoso aumento, finalmente un respiro di sollievo.
Voglio raccontarvi una bella storia del nostro territorio, voglio raccontarvi di come, per cercare di aiutare le tante e nuove persone in difficoltà che si sono rivolte a noi, ci siamo organizzati.
Quando abbiamo iniziato a capire che le derrate alimentari che avevamo nei nostri magazzini non sarebbero state sufficienti per rispondere al moltiplicarsi delle domande d’aiuto, insieme ai Comuni capi distretto, Rimini e Riccione, abbiamo coinvolto il Banco Alimentare per avere un ulteriore aiuto alimentare e, con gli amici della Papa Giovanni ci siamo divisi i territori.
Chi è in difficoltà chiama il comune. Il comune verifica e ci invia la segnalazione.
Questa è la comunità che sta nascendo: istituzioni e volontariato insieme per aiutare chi è in difficoltà.
Come ci ha indicato Papa Francesco l’altra sera:
“La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.”
Grazie al Covid-19 ci stiamo riscoprendo fratelli e sorelle e, il nostro destino, è insieme!
Approfitto di questo spazio per chiedervi un pensiero speciale per la nostra Caritas diocesana. In questi giorni il nostro lavoro è aumentato tantissimo, abbiamo bisogno del vostro sostegno spirituale, del vostro sostegno umano ma anche del sostegno economico. Grazie!
Saluti fraterni e comunitari dalla zona rossa