Cronache dalla zona rossa, giorno 13: 20/03/2020
Sono già passati 13 giorni dall’inizio delle prime misure restrittive.
Nel loro faticoso, vorticoso e insolito scorrere sono volati.
La stanchezza inizia a farsi sentire. La sentiamo sulla pelle, gli occhi sono pesanti, i nervi iniziano ad essere a fior di pelle… Basta un nonnulla per farci reagire!
Alcuni di noi sono venuti in Caritas tutti i giorni per garantire il regolare e corretto svolgersi delle attività e per accogliere i tanti nuovi volontari.
Che bello vedere la mattina i loro sorrisi! Quanta energia!
Il Coronavirus si aggiunge alle fatiche ordinarie e alle richieste vecchie e nuove.
La mancanza di mascherine e dei dispositivi di sicurezza contribuisce ad aumentare la tensione.
In queste giornate è quanto mai importante cercare di mantenere la massima lucidità per rispondere con tempestività e ragionevolezza al presentarsi di nuove situazioni ed emergenze.
Eravamo abituati, anche per l’età dei volontari, a lavorare in maniera approssimativa, il virus ci ha dato l’occasione di organizzare il lavoro in modo preciso e puntuale.
Quanti cambiamenti, anche postivi, ci impone il Covid-19, ma… quanta fatica!
Ogni giorno si aggiungono nuove persone che vengono a mangiare da noi e nuovi anziani soli a cui consegnare il pasto a casa.
Ogni giorno nuove telefonate di persone disperate che hanno perso il misero lavoro irregolare che gli garantiva la sopravvivenza.
Ogni giorno una novità: oggi, sapendo della chiusura in città delle fontanelle, abbiamo aggiunto nel sacchetto del pranzo, una bottiglietta d’acqua.
Nessuno di noi ha reagito alla chiusura dei rubinetti pubblici, forse non ce ne siamo neppure accorti, una notizia passata con indifferenza, eppure, per qualcuno, quell’acqua è vita!
Per noi, quella bottiglietta, è un costo in più che si va ad aggiungere alle tante spese di questi giorni.
Per noi sono ore difficili in cui, oltre a garantire il moltiplicarsi delle richieste, siamo chiamati a ragionare sulla sostenibilità della nostra organizzazione.
Sono ore complesse, faticose, che guardano il volto e gli occhi, non solo di chi ci chiede aiuto, ma anche il volto e gli occhi di chi, tra di noi, ha i servizi chiusi a causa del Covid-19. Quando li potremo riaprire?
In questi momenti di fatica è veramente difficile, come scrivevo ieri, riuscire a focalizzare l’attenzione solo sulle cose belle.
Eppure dobbiamo assolutamente provarci per portare in Caritas quella serenità di cui c’è veramente tanto bisogno per lavorare tra di noi e per accogliere le persone alla nostra porta.
Provo ad alleggerire e scherzare con Alessandra che si è prestata a mostrarsi com’era 2 settimane fa e… oggi.
Saluti sorridenti e affaticati, dalla zona rossa