Cronache dalla zona rossa, giorno 19: 26/03/2020

26 marzo 2016: 4 anni, 1460 giorni.
Alain, sono passati 4 anni da quando ci siamo sentiti l’ultima volta.
Un venerdì sera. Gli attentati nel tuo Belgio.
“Mario dobbiamo fare assolutamente qualcosa, dobbiamo costruire speranza… L’unica strada è la non violenza”.
Ci siamo salutati, ci siamo dati appuntamento per gli auguri di Pasqua.
Dopo poco più di 2 ore non eri più con noi.
Che brutto scherzo ci hai giocato!
Il mattino dopo, quando la notizia ha iniziato a girare, mi sembrava impossibile, eravamo stati al telefono fino a poche ore prima, mi avevi girato il materiale per il blog che animavamo insieme, avevamo progetti e sogni da realizzare…
4 anni, 1460 giorni
Penso non sia passato giorno senza averti pensato almeno una volta.
Mi mancano le tue telefonate quando accadeva qualcosa, i tuoi pensieri mi aiutavano a riconciliarmi con il mondo.
Non ho più nessuno che mi chiama per chiedermi se l’hard disk o la pennetta usb l’ha dimenticata nel mio ufficio…
mi mancano la tua smemoratezza e la tua ironia.
4 anni, 1460 giorni
Ho conosciuto la tua amata famiglia, che tu chiamavi quotidianamente, quando non c’eri più.
La mia famiglia ha conosciuto la tua famiglia. Ci sentiamo, ogni tanto ci incontriamo.
Chiara, mia figlia, si è laureata con una tesi sull’autismo e il tuo pensiero pedagogico.
4 anni, 1460 giorni
Stiamo lottando contro un malefico invisibile virus che sta mettendo in ginocchio il mondo.
Sento la tua mancanza!
Sicuramente saresti stato al nostro fianco, in prima linea e, grazie alle tue riflessioni, i tuoi scritti, ci avresti accompagnato, stimolato… aiutato.
Avresti lottato al nostro fianco per difendere i diritti dei più fragili e indifesi.
Ci avresti aiutato a pensare e costruire il domani, quando il Covid-19 sarà sconfitto e tante, troppe persone saranno in difficoltà.
4 anni, 1460 giorni
Mi manchi, c’è una distanza incolmabile tra di noi eppure… ti sento così vicino!

Salut et fraternite dalla zona rossa