𝗗𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗣𝗮𝗹𝗺𝗲, 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗮𝗹𝗺𝗲… 𝗰𝗼𝗻 𝗹’𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮̀

𝗖𝗿𝗼𝗻𝗮𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘇𝗼𝗻𝗮 𝗿𝗼𝘀𝘀𝗮, 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝟮𝟵: 𝟬𝟱/𝟬𝟰/𝟮𝟬𝟮𝟬

Una Domenica delle Palme senza chiesa, senza processione e senza… palme, senza i tradizionali e tanto amati ramoscelli d’ulivo, simbolo della fede e memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Un segno che anche chi non crede apprezza, gradisce ed espone volentieri nei propri ambienti di vita. Ma anche nelle restrizioni attuali l’ulivo può essere ugualmente parte di questa Domenica che introduce la Settimana Santa perché, se non abbiamo a portata di mano un ulivo, basta una pianta verde, come ha indicato la Conferenza episcopale italiana.
In questa settimana pasquale, così come ogni giorno di questi tempi così difficili di isolamento, 𝗹𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗰𝗮𝘀𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗖𝗵𝗶𝗲𝘀𝗮, come ha detto il vescovo di Brescia, monsignor Tremolada. E questa, nel dolore ma anche nella certezza della Risurrezione, sarà comunque una ” 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 “.
𝗟𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗰𝗮𝘀𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗖𝗵𝗶𝗲𝘀𝗮.
Il termine Chiesa deriva dal greco ἐκκλησία, ekklesía che vuol dire “comunità” oppure “convocazione”.
San Paolo, nei suoi scritti, paragona la realtà della Chiesa a quella dell’organismo vivente, nel quale 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗺𝗲𝗺𝗯𝗿𝗼 𝘀𝘃𝗼𝗹𝗴𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗼 𝗯𝗲𝗻𝗲𝗳𝗶𝗰𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗲́ 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼 (Prima Lettera ai Corinzi) delineando, all’interno di una sola comunità, una molteplicità di doni e di carismi operati dallo Spirito Santo per la vita dei singoli e della comunità stessa.
Mi piace veramente tanto pensare il nostro essere Chiesa / comunità come un insieme di membra / membri dove, per esistere, ognuno ha bisogno dell’altro.
𝗟𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗰𝗮𝘀𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗖𝗵𝗶𝗲𝘀𝗮.
Mi chiedo se veramente le nostre case sono Chiesa / comunità.
Mi chiedo come è vissuto questo periodo di convivenza forzata in molte case.
Mi chiedo se, per gli amici che non hanno casa, il mondo sia la loro Chiesa.
Ma, se il mondo è la loro Chiesa… il mondo è anche la mia Chiesa.
È un po’ come se, grazie alla Chiesa, abitassimo lo stesso tetto, la stessa casa.
Ma, se abitiamo la stessa casa, allora apparteniamo alla stessa famiglia… l’umanità!
𝗜𝗹 𝗖𝗼𝘃𝗶𝗱-𝟭𝟵 𝗰𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 𝘀𝗶𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲, 𝗱𝗮 𝗳𝗿𝗮𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗲 𝘀𝗼𝗿𝗲𝗹𝗹𝗲.
𝗜𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲, 𝘂𝗻’𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮̀!
In questa Pasqua sarà ancora più vero che, la morte e resurrezione di Cristo, può segnare per noi la rinascita a una vita nuova, una vita fondata sulla comunità, una comunità consapevole che il nostro destino è insieme e che ognuno di noi ha bisogno dell’altro per esistere.
𝗜𝗻𝗰𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼𝗰𝗶 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗦𝗲𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝗻𝗮 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮, 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗻 𝗻𝗼𝗶 𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗲 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗽𝘂𝗼̀ 𝘃𝗲𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗱𝗼 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗹𝗲 𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼, 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗴𝗻𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗶 𝗹𝗼 𝘃𝗼𝗴𝗹𝗶𝗮.
Saluti festosi, sventolando un ramo di una pianta verde, dalla zona rossa