Ogni volta che si disegna un nuovo ordine, vi è sempre un difetto importante: qualcuno non riesce a trovare posto nel disegno e perciò diventa, secondo il nuovo modello, superfluo
Zyngmunt Buaman

Le scuole sono aperte da qualche giorno e chi fa parte del suo organico, da docente stabile o precario, registra con responsabilità e con preoccupazione la prima difficoltà relativa agli alunni provenienti dalle famiglie più vulnerabili. Le scuole della periferia, della povertà economica e relazionale, le famiglie migranti e dei profughi si trovano davanti l’ im-possibilità di ottenere i libri scolastici per i loro figli e figlie che frequentano la scuola quest’anno.

Il disegno delle opportunità prevede e cito direttamente dal sito di un Comune come quello di Bologna:

Contributo per l’acquisto dei libri per gli allievi delle scuole secondarie di primo e secondo grado

“Anche per l’anno scolastico 2016/2017 sarà possibile presentare domanda per ottenere un contributo per l’acquisto dei libri richiesti dalla scuola.
Cambiano però le modalità di invio della domanda, che potrà essere presentata esclusivamente on-line utilizzando l’applicativo predisposto da ER.GO e reso disponibile all’indirizzo internet https://scuola.er-go.it.
Occorre quindi:
avere disponibilità di un indirizzo e-mail e di un numero di cellulare nazionale; registrarsi, inserendo i dati richiesti. Attenzione: chi si registra dovrà essere una
persona autorizzata a fare domanda, ovvero:
– uno dei genitori dell’alunno
– altra persona avente la tutela legale dell’alunno
– l’alunno già maggiorenne;
al termine della registrazione occorre accedere alla casella di posta elettronica indicata per attivare l’account, quindi entrare nel programma di presentazione della domanda utilizzando le proprie credenziali di accesso.
Nella prima pagina di accesso dell’applicativo è possibile scaricare la guida contenente le indicazioni per effettuare la registrazione al sistema. Ci si può registrare anche prima dell’1 settembre, così da essere già pronti, per quella data, a compilare la richiesta di contributo.
Inoltre, nella guida si possono trovare le indicazioni utili alla compilazione della richiesta di contributo on-line, che potrà invece essere inoltrata solo nel periodo di apertura del bando.
Si può presentare domanda esclusivamente nel periodo dal 1 al 30 settembre 2016.
Le domande presentate dopo il 30 settembre 2016 non potranno essere accolte”

Il modello del superfluo prende corpo nelle parole dei docenti:
“Molti genitori non si sono fatti vivi, quindi il problema dei libri nemmeno se lo pongono, altri dicono di non avere le capacità e vorrebbero una assistenza, alcuni si muovono in autonomia. Per i due terzi dei ragazzi il rischio è di non avere i libri”.

“È molto improbabile che le famiglie risolvano la situazione. Anche la possibilità del rimborso, a fronte di un anticipo, non elimina il problema”.

“La scuola non riesce a fare da sportello ai genitori, ma sente molto il problema per le ripercussioni sull’apprendimento degli studenti”.
“Tecnicamente basterebbe avere nei Quartieri una postazione internet con un computer e un operatore per far compilare a chi non ci riesce da solo”.
“Meglio sarebbe semplificare il rapporto tra scuola e fornitore libri, con un giro di partita senza costi aggiuntivi”.

“Le famiglie dovrebbero comprare i libri e ottenere il rimborso tramite domanda. Per le famiglia dei nostri alunni le difficoltà sono innumerevoli e il rischio è che poi i ragazzi non hanno i libri perché non li comprano”.

Il nodo è resistente perché il disegno non prevede le difficoltà e le sue articolazioni. Non va oltre a quella informativa impostata sul clic delle App e su una sequenza omologata universalmente. Manca tutto ciò che potrebbe accompagnare l’informazione, facilitando la comprensione dei suoi significati e renderla fruibile.

Mancano nelle famiglie, povere o di cultura altra, i computers o altra strumentazione e mancano capacità poter usare in modo “adeguato” gli strumenti informatici andando oltre il facebook… manca, strumentazione e alfabetizzazione, alle tecnologie di oggi per poter permettere i collegamenti, anche con l’Amministrazione pubblica. In questa complessità, per rendere comprensibili e fruibili le opportunità, ipotizzate e strutturate, manca la mediazione, manca la qualità di sostegno che informa usando codici consoni al livello dell’interlocutore, che spiega, che promuove, che collega.

Manca la mediazione che è collante di comunità, di cittadinanza, di diritti esigibili. Manca la mediazione, che è, e che, diventa conoscenza. Al suo posto troviamo la descrizione negativa, il razzismo differenzialista, le retoriche delle regole che “gli stranieri non rispettano”, l’indotto della gestione dell’Altro che resiste all’integrazione …. E soprattutto quel razzismo istituzionale che colloca gli alunni “senza libri” nella categoria dei BES (Bisogni educativi speciali) medicalizzando l’educazione e la scuola (leggi anche I rischi di medicalizzazione nella scuola, di ), annullando una magnifica possibilità di fare cultura e intercultura, nella scuola e nella città.

Manca sensibilità e educazione per creare convivenza, ed è questa che si crede superflua, inutile, eternamente evitabile.

Manca quella intelligenza di governo per conquistare dignità e divenire Comune poiché è stata persa l’intenzionalità e la capacità, da parte degli Enti Locali, di rendere visibili e rispondere alle fragilità.

Manca un idea di Responsabilità che affronta l’in–differenza.

 

* Docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna (dimitris.argiro@unibo.it).