Demetrio, L’educazione non è finita, Milano, Cortina, 2009, p. 39 Educare i cittadini di domani, per una comunità migliore, anche attraverso il dialogo e la comprensione delle tante sfaccettature della realtà, tra cui la disabilità: questo è stato l’obiettivo dell’evento Chi educa la società? che si è svolto a Potenza dal 27 al 29 novembre 2014. Un intenso e innovativo percorso articolato in giornate di studi e formazione promosse dall’associazione Potentialmente Onlus, in collaborazione con la coop. sociale La Mimosa, l’Ordine degli Assistenti Sociali della Basilicata ed il patrocinio del Comune di Potenza e della Regione Basilicata. Il programma ha proposto laboratori di formazione, visite in strutture di assistenza, conferenze e convegni, la proiezione di film e la nostra performance Resistere Resistere Resistere con il Collettivo Diversamente Danzanti. Partecipando abbiamo fatto nuovamente esperienza che noi tutti possiamo educare la società semplicemente migliorando noi stessi. La promozione e la comunicazione dell’inclusione sociale, della condivisione e della coesione sono stati i perni attorno a cui hanno ruotato i vari appuntamenti dell’iniziativa. La presenza di Alain Goussot, docente di Pedagogia Speciale presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna, ha rappresentato un’occasione di confronto e crescita per tutti e per l’intera comunità cittadina, perché gli operatori della scuola, del volontariato, degli ordini professionali e delle istituzioni locali hanno partecipato condividendo l’importanza di mettere in pratica la cultura della collaborazione. “Oggi – ha sottolineato il prof. Goussot – è necessario adottare nuove strategie che esulano da discorsi moralistici e tentano di fornire una soluzione ad una situazione di emergenza educativa. Occorrono modelli educativi di riferimento da ricercare nella famiglia e non sul web. Il rispetto e la correttezza verso l’altro devono costituire la base di qualsiasi rapporto. Prendersi cura e non curare, rispettare la dignità dell’altro come soggetto di diritto e di desiderio e non vederlo come oggetto di assistenza o come categoria clinica, ma come soggetto portatore dell’infinito di cui è potenzialmente portatore ogni essere umano”. Le giornate di studio e formazione hanno fatto emergere che la cultura dell’inclusione, intesa nella sua dimensione relazionale, crea nuovi spazi/tempo e favorisce la partecipazione di tutti alla vita sociale. Se l’inclusione deve ripartire dagli esempi, allora penso che il convegno ha contribuito a educare la società. Ognuno di noi ha il diritto e il dovere di prendersene carico per una pedagogia dell’emancipazione e dell’esempio che faccia dell’apprendimento e del legame culturale la molla del suo agire umanizzante. Questo processo di auto miglioramento è anche il risultato più incoraggiante che si innesca nella pratica del Metodo Hobart® – conoscersi nella danza a sostegno delle persone disabili e della loro cittadinanza culturale in quanto cittadini attivi e protagonisti. L’esperienza potentina è stata una preziosa occasione di verifica. Qui puoi scaricare il report dell’esperienza: pdf Resistere Resistere Resistere. MOVIMENTO CENTRALE DANZA & TEATRO
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Chi educa la società?
[L’educazione] è più della somma delle tante cose che possono abitarla. Più di una mera istruzione ricevuta, assimilata, restituita in opere e saper fare: più dell’imparare, più dell’addestramento; più di una pedissequa imitazione e copia di quanto a un individuo sia dato di apprendere. […] L’educazione appartiene al divenire dell’esistenza, che auto produce occasioni, incidenti, fantasie imprevedibili, motivazioni impellenti a ricorrervi.