𝗖𝗿𝗼𝗻𝗮𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘇𝗼𝗻𝗮 𝗿𝗼𝘀𝘀𝗮, 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝟱𝟳: 𝟬𝟯/𝟬𝟱/𝟮𝟬𝟮𝟬
Il 4 maggio rischia di diventare ben più famoso della poesia “Il Cinque Maggio” di Alessandro Manzoni.
Allora era il 1821, siamo nel bel mezzo dei Moti di Indipendenza Italiana, Napoleone Bonaparte è morto in esilio sull’isola di Sant’Elena.
Oggi, 2020, chi in questi 2 mesi è rimasto a casa, non vede l’ora di poter uscire e intravede in quella data la tanto sospirata ora d’aria.
Non mancano gli appelli alla prudenza e alla responsabilità per non compromettere i risultati positivi e confortanti ottenuti con così tanti sacrifici.
Giuseppe Nardi, Direttore dell’Unità Operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Infermi di Rimini, ci ammonisce: “Ci si muove ancora su un terreno troppo fragile” e, per sottolinearlo, usa un’immagine forte “Il mostro non è ancora domato, vi chiediamo di restare a casa”.
Una cosa è certa, le indicazioni del Dpcm 26 aprile 2020 e le FAQ non sono proprio così chiare… o meglio sarebbero chiare se ognuno di noi non volesse interpretarle a modo proprio per cercare la miglior scorciatoia per uscire di casa.
“Si può uscire dal proprio domicilio solo per andare al lavoro, per motivi di salute, per necessità (il decreto include in tale ipotesi quella di visita ai congiunti, vedi FAQ), o per svolgere attività sportiva o motoria all’aperto. Pertanto, le passeggiate sono ammesse solo se strettamente necessarie a realizzare uno spostamento giustificato da uno dei motivi appena indicati.”
Non si tratta di essere più intelligenti o furbi: bisogna essere responsabili, usare il buon senso, armarsi di tanta pazienza e tenere lo sguardo fermo verso il futuro quando, finalmente, il covid-19 sarà sconfitto e non potrà più mietere vite umane.
Il 5 maggio 1821, la poesia scorre intorno a due temi: la grandezza di Napoleone e la sua sconfitta e sofferenza durante l’esilio solitario.
Un facile parallelo con la nostra grandezza, con la nostra intelligenza e capacità, con le nostre potenzialità e risorse, con la nostra fantasia ed estro, con la nostra capacità artistica e visionaria che, se non messe a disposizione di tutta l’umanità, rischiano di farci morire in esilio, soli.
È un po’ come se, nel confronto con il virus, non mettessimo in gioco le nostre migliori risorse per trovare una strada comune d’uscita ma, ognuno, cercasse la propria scorciatoia per accorgersi, troppo tardi, che è solo, in un vicolo cieco, lontano dal resto della comunità.
E ripensò le mobili
Tende, e i percossi valli,
E il lampo de’ manipoli,
E l’onda dei cavalli,
E il concitato imperio,
E il celere ubbidir.Ahi! forse a tanto strazio
Cadde lo spirto anelo,
E disperò: ma valida
Venne una man dal cielo,
E in più spirabil aere
Pietosa il trasportò;
Non facciamoci prendere dalla fretta per la ripartenza per poter mostrare la nostra virilità, la nostra forza, i nostri muscoli rischiando di cadere nello strazio, nello sconforto… nella sconfitta.
La vera forza sta nell’avere il coraggio di resistere, di rispettare le indicazioni, nel saperci fidare e affidare… non nel cercare la via d’uscita più facile.
La vera forza, la vera grandezza, sta nel cercare la strada, quell’unica strada, che accoglie tutti e non lascia nessuno indietro.
Saluti responsabili, prudenti e fiduciosi, dalla zona rossa