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Voglio raccontarvi quello che ci รจ successo ieri.
Di primissima mattina mi ha chiamato il responsabile del servizio civile per avvisarmi che un giovane volontario, rientrato in servizio da pochi giorni, ha la febbre.
Dopo qualche attimo di confusione, ritrovata la luciditร , ripercorriamo mentalmente le attivitร in cui era impegnato e decidiamo, inattesa del consulto con il suo medico di base, di lasciare a casa anche gli altri volontari del servizio civile.
Sono notizie che vorresti dare nel giusto modo ma che, come il vento, in brevissimo arrivano agli altri volontari giร impegnati nel servizio. Paura e preoccupazioni hanno immediatamente preso il sopravvento.
Con lโamico chef Garattoni siamo corsi nel salone per incontrare le persone in servizio. Con loro abbiamo analizzato tutte le precauzioni che stiamo mettendo in atto, abbiamo chiesto chi aveva incrociato il giovaneโฆ insomma abbiamo cercato di riportare un minimo di razionalitร in un momento in cui lo spavento rischiava di offuscare la realtร .
Dobbiamo ammetterlo, in maniera piรน o meno consapevole, abbiamo una compagna che accompagna queste nostre giornate, la paura. La paura รจ una bestia che, se non domata, rischia di prendere possesso della nostra vita.
Abbiamo ricordato che le malattie โclassicheโ, a cui eravamo abituati (raffreddore, allergie, โฆ), non sono scomparse. Qualcuno ha reagito ed รจ intervenuto cercando di portare il proprio contributo per recuperare razionalitร .
Gli animi si sono un poโ rasserenati, gli sguardi no.
Sono tornato in ufficio con mille pensieri, chiedendomi e richiedendomi se effettivamente le azioni preventive messe in campo fossero state sufficienti, in cosa potevamo aver sbagliato.
Squilla il telefono รจ il responsabile del servizio civile che, imbarazzato, mi dice che il giovane in realtร non aveva la febbre, era solo stanco e non aveva voglia di svolgere il suo servizioโฆ aveva trovato la febbre come scusa.
Evito di raccontarvi il mio pensiero.
Corro di sotto, aggiorno i presenti che stavano per partire per il giro nonniโฆ un respiro di sollievo, qualche improperio nei confronti del fanfaroneโฆ il giro รจ partito.
Quanto siamo fragili! Ci crediamo forti, invincibiliโฆ invece, basta pochissimo per rivelarci in tutta la nostra debolezza, per mettere a nudo le nostre insicurezze.
Lโunica cosa che puรฒ e deve rassicurarci, e sulla quale dobbiamo farci forza, รจ la consapevolezza che sempre e comunque abbiamo applicato le misure di precauzione.
Solo e solamente se tutti ci comportiamo correttamente potremo recuperare la giusta tranquillitร .
Sapendo di dover convivere con il virus ancora per parecchio tempo ne vale la pena
Saluti veritieri e responsabili, dalla zona rossa in Fase 2