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Se c’รจ una definizione che in questi giorni viene ripetuta continuamente e, ogni volta, mi fa rabbrividire รจ “distanziamento sociale”.
La Treccani definisce:
“distanziamento sociale: Lโ€™insieme delle misure ritenute necessarie a contenere la diffusione di unโ€™epidemia o pandemia, come, per esempio, quarantena dei soggetti a rischio o positivi, isolamento domestico, divieto o limitazione degli assembramenti, chiusura delle scuole, ecc.”
Se si tratta di misure necessarie a contenere la diffusione di unโ€™epidemia o pandemia… Perchรฉ non definirlo, piรน correttamente, distanziamento sanitario?
Non si tratta di pignoleria o di sofismo, non voglio essere preso per un cavilloso o per il solito rompiscatole ma, sentendo distanziamento sociale, la prima cosa che mi viene in mente รจ discriminazione. Penso alla distanza che cercano di convincerci necessaria per tenere lontane le persone diverse da noi. Penso ai muri che, piรน o meno consapevolmente, costruiamo per difenderci dal nemico di turno. Penso all’indifferenza e all’ipocrisia…
Non รจ nulla di tutto questo!
Dobbiamo tenere la giusta distanza per proteggerci dalla diffusione di un virus, non per difenderci e allontanare altre personeโ€ฆ anche perchรฉ lโ€™altra persona sono anchโ€™io!
Lโ€™untore, per la persona sconosciuta che sta facendo la fila con me fuori dal supermercato, potrei essere io stesso.
Come mi sento nei panni dellโ€™individuo sospetto, del lebbroso, del pestilente?
Se il problema รจ sanitario e non sociale la nostra preoccupazione piรน grande e le nostre energie dovranno essere, allora, concentrate sullโ€™accorciare la distanza fisica dovuta con la nostra umanitร  e generositร , con la solidarietร  e l’altruismo.
Questa รจ l’unica strada da percorrere per uscire da questo periodo perchรฉ, lโ€™unico modo di uscirne, รจ insieme.
“Cari fratelli e sorelle,
indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le parole che vogliamo sentire in questo tempo. Vogliamo bandirle da ogni tempo!”
รˆ lโ€™invito di Papa Francesco nel giorno di Pasqua.
Seguiamo il suo suggerimento e, per aiutarci a cambiare lo sguardo e volgerlo al futuro, iniziamo a curare il lessico, ad usare le giuste parole e, iniziamo a chiamare il distanziamento con il suo corretto complemento: sanitario.
Le parole, apparentemente cosรฌ fragili e insignificanti, sono macigni che formano silenziosamente le nostre coscienze.
Quando riusciremo a dare la corretta collocazione alle parole saremo pronti a rispondere alla domanda che ci pone provocatoriamente Leo con la sua maglietta di Pasquetta e, senza alcun dubbio, diremo: “La bottiglia รจ mezza piena!”

Saluti in socialitร , con la giusta distanza sanitaria, dalla zona rossa